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Anno bisestile spiegato ai bambini: quando l'anno ha un giorno in più

L'anno bisestile è un anno molto particolare in cui, come ben sapete, si aggiunge un giorno all'anno, il 29 febbraio.

L'anno bisestile è un anno molto particolare in cui, come ben sapete, si aggiunge un giorno all'anno, il 29 febbraio.

I meccanismi per cui è stato creato sembrano complessi a primo impatto, ma possono essere spiegati ai bambini in modo più semplice attraverso la mediazione di giochi, musica e consigli letterari.

Ecco quindi tutto ciò che bisogna sapere per non farsi trovare impreparati davanti alla curiosità dei più piccoli, con qualche suggerimento su come relazionarsi su un tema scientifico un po' diverso dal solito.

Anno bisestile: che cos'è e a cosa serve

L'anno bisestile è un anno speciale in cui si aggiunge un giorno ai 365 giorni degli altri anni. Questo si verifica ogni quattro anni in tutti i calendari solari, e serve a non far slittare le stagioni in quanto un giro completo della Terra intorno al Sole non dura 365 giorni esatti.

Per capire bene cos'è l'anno bisestile è necessario spiegare bene anche che cosa sono il calendario solare e l'anno solare: il calendario solare è un sistema di suddivisione del tempo che si fonda sull'anno solare, ovvero un anno in cui ogni giorno descrive la posizione che ha la Terra rispetto al Sole. In questo modo le stagioni iniziano sempre nello stesso periodo, con uno scarto di pochi giorni.

Esistono due tipi di calendario solare, ovvero il calendario giuliano e il calendario gregoriano:

  • Calendario Giuliano: questo calendario fu creato da Sosigene di Alessandria, un grande astronomo Egizio vissuto nel I secolo a.C., molto vicino alla regina Cleopatra. L'astronomo fu convocato dal pontefice massimo romano Giulio Cesare per elaborare un calendario e fu probabilmente lui a inventare l'anno bisestile per correggere l'errore tra la vera durata di un ciclo di rotazione terrestre e la durata dell'anno del calendario. Questo calendario quindi prende il suo nome da Giulio Cesare e fu promulgato nel 46 a.C. diventando così il calendario ufficiale di Roma e di tutti i paesi annessi all'Impero. Da qui si è nei secoli diffuso da un regno a tutto il mondo, definendo la divisione del tempo in anni, mesi e settimane per come le conosciamo oggi. In questo calendario gli anni bisestili erano quelli multipli di quattro, ma questa impostazione non riusciva a correggere del tutto lo scarto tra la durata dell'anno e il vero ciclo terreste intorno al Sole;
  • Calendario Gregoriano: il calendario giuliano funzionava bene ma non era molto preciso, tanto che nel passare dei secoli gli errori rispetto alla vera durata di una rotazione terrestre si accumularono fino a costituire 10 giorni nel Cinquecento. Questo comportava problemi per il calcolo della Pasqua, che dovrebbe cadere dopo la prima Luna piena dopo primavera, ma essendo l'equinozio di primavera anticipata rispetto al 21 marzo, a causa del calendario giuliano, la Pasqua finiva per sovrapporsi ad altri periodi liturgici come la Quaresima, con la festa di Carnevale connesso a questa ricorrenza, e la Pentecoste. Per risolvere questo problema intervenne Papa Gregorio XIII nel 1582, che convocò esperti e astronomi per trovare una soluzione e con una bolla papale introdusse questo nuovo calendario che porta il suo nome. In questo modo stabilì di recuperare i giorni che erano stata persi negli anni, e modificare la regola che decideva gli anni bisestili. Prima, gli anni bisestili erano tutti quelli multipli di quattro, con il nuovo calendario invece negli anni multipli di 100 rimangono bisestili solo quelli multipli anche di 400. In questo modo il tempo del calendario e il tempo della rotazione terreste sono quasi perfettamente pari.

Anno bisestile spiegato ai bambini: perché si aggiunge un giorno?

La storia del nostro calendario e questo tipo di calcoli matematici possono essere un po' complicati da spiegare ai bambini.

Per farlo, prima di tutto dovrete cercare di comprendere bene voi per primi il meccanismo che regola l'anno civile, con lo scandire dei giorno e dei mesi dell'anno, quindi potete aiutarvi con un libro di astronomia.

In ogni caso, sappiate che ogni bambino studierà poi il discorso con più approfondimenti durante la scuola primaria, quando acquisirà più strumenti tecnici come la matematica e l'astronomia per comprendere i meccanismi che regolano l'Universo.

Tuttavia, l'anno bisestile influenza anche le nostre abitudini e la cultura di molti paesi, quindi se i vostri bambini inizieranno ad avere curiosità in merito e a farvi delle domande non fatevi trovare impreparati!

Per prima cosa potete spiegare le origini dell'anno bisestile raccontando dell'epoca degli antichi Romani, collegandovi anche alla storia: è in questo contesto che nasce l'idea dello slittamento di un giorno nella durata di un anno ogni quattro.

Per spiegare il motivo di questo giorno aggiuntivo ogni quattro anni non abbiate paura di dire le cose come stanno: la Terra gira intorno al Sole in un tempo di circa un anno, tuttavia rimangono uno scarto di 5 ore e 48 minuti che compongono proprio un anno ogni quattro, così che tutti i calcoli, più o meno, siano esatti. Per questo ogni quattro anni dopo il 28 febbraio si aggiunge anche il 29.

Se i bambini avranno difficoltà a capire questo meccanismo, provare a fare dei giochi per spiegarlo, facendo finta per esempio che loro siano il Sole, mentre voi siete la Terra che ruota intorno a loro.

Un altro modo per insegnare l'anno bisestile ai bambini è insegnarlo attraverso la musica, con canzoni appositamente create per definire questo concetto con parole semplici e dirette, ma in modo più divertente rispetto alla spiegazione dei libri.

Altri modi per far comprendere l'anno bisestile sono la lettura di favole con animali o l'utilizzo dei colori per definire i diversi mesi dell'anno in modo che siano più evidenti le differenze. Un'altra cosa che potrebbe interessare i vostri figli è la narrazione delle tradizioni collegate all'anno bisestile.

Per esempio, c'è una tradizione irlandese antichissima per cui si narra che Santa Brigida si fosse lamentata con San Patrizio del fatto che spesso gli uomini ci mettono troppo tempo a dichiararsi alle donne. Per questo San Patrizio le rispose che allora le donne avrebbero potuto dichiararsi il 29 febbraio, ovvero nei giorni aggiuntivi degli anni bisestili.

Era una tradizione popolare molto rivoluzionaria per l'epoca, perché se oggi è normale che le donne dichiarino il loro amore tanto quanto gli uomini, al tempo la società era ben diversa e per una donna prendere l'iniziativa era un evento fuori dal comune.

E se in Irlanda la tradizione vuole che le donne possano dichiararsi agli uomini in questo giorno speciale, la stessa tradizione impone anche agli uomini di regalare 12 paia di guanti alla donna in caso rifiutino la sua proposta amorosa.

Anno bisestile spiegato ai bambini: perché si chiama così?

Per spiegare il nome che ha preso questo anno particolare composto da 366 giorni, bisogna tornare un po' indietro nella storia: prima del calendario giuliano, era in vigore il calendario romano, in cui il giorno in più da aggiungere veniva dopo il 24 di febbraio.

Questo giorno veniva chiamato in latino “bis sexto die ante Kalendas Martias” ovvero il “nel doppio sesto giorno prima delle Calende di marzo”.

I Romani avevano capito che c'era la necessità di aggiungere un giorno all'anno, ma lo inserirono in quella data perché per loro era quella la fine dell'anno. Le calende romane infatti erano il primo giorno del mese nel calendario romano, ma questo calendario non iniziava da gennaio come il nostro, bensì da marzo. In questo caso quindi, il nome bis sexto si riferisce al giorno e non all'anno, ovvero al sesto giorno prima dell'inizio di marzo.

È importante ricordare questi eventi e tradizioni del passato per far capire ai bambini quanto sia complesso il nostro Universo e da quanto tempo l'umanità stia cercando metodi e risposte per capire le leggi che lo regolano.

Una cosa simile a quella che accade per l'anno bisestile, accade anche per l'ora legale: si tratta sempre di trovare un compromesso tra il nostro bisogno di dividere il tempo per poter organizzare la nostra giornata, la nostra settimana e infine la nostra vita in base a delle coordinate uguali per tutti, ma che non riescono a combaciare esattamente con il viaggio naturale della Terra nell'Universo.

Anno bisesto, anno funesto: cosa significa?

Questo detto fa parte della tradizione popolare e com'è naturale per questo tipo di superstizioni non ha alcun legame con le teorie scientifiche che hanno portato al calcolo dell'anno bisestile.

Questo modo di dire così comune, molto probabilmente deriva da leggende dell'antica Roma, periodo nel quale febbraio era un mese particolarmente avverso alla popolazione, perché era il Mensis Feralis: in questo mese, l'ultimo dell'anno, si celebrava Termine il dio dei confini, che delimitava così la fine dell'anno e il confine tra la vita e la morte; febbraio era infatti il mese dei morti.

Da qui derivò la superstizione che gli anni bisestili portassero sventure, confermata poi nel Quattrocento anche da Michele Savonarola che affermava fossero anni portatori di malattie e carestie.

Da mamma e papà è importante che, se avete un bambino nato il 29 febbraio, riusciate a smentire questa superstizione facendogli capire che è nato sotto una buona stella: nascere in quel giorno non significa infatti non festeggiare il compleanno ogni anno, ma anzi negli altri anni si può scegliere se festeggiarlo il 28 febbraio o il primo marzo.

Inoltre, i nati il 29 febbraio sono rari e quindi speciali, molti infatti sono i personaggi famosi nati in questo giorno così particolare.

Potete citare alcuni esempi tra i vari campi di interesse di vostro figlio per non farlo sentire diverso o escluso dagli altri.