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Alimentazione infantile

Il ferro nell'alimentazione del bambino

Tra gli elementi essenziali per il funzionamento del corpo umano e lo sviluppo dei bambini, il ferro riveste un ruolo fondamentale, in quanto responsabile del trasporto dell’ossigeno e del suo assorbimento da parte di organi e tessuti. In abbinamento allo zinco, protegge i vostri figli dalle infezione cutanee, rafforzando il loro sistema immunitario e collabora allo sviluppo delle loro capacità cognitive.

I cibi che contengono maggiori quantità di ferro alimentare, subito disponibile, sono soprattutto la carne, il pesce, le uova e alcuni legumi e le sostanze che favoriscono il suo assorbimento sono la vitamina C, il fruttosio e l’acido citrico.

Il ferro è uno degli elementi essenziali che presiedono al funzionamento di molti organismi viventi e anche al corretto funzionamento del nostro corpo. Una volta assimilato attraverso il cibo, viene assorbito dal nostro organismo ed interviene attivamente sul sistema circolatorio e respiratorio, assicurando sempre ai nostri muscoli e ai nostri organi quantità ottimali di ossigeno. Costituisce anche un ottimo supporto per contrastare l’insorgere di infezioni e collabora alla produzione di proteine ed enzimi specifici, necessari per il nostro benessere e la nostra salute.

Già da questa prima introduzione, si capisce che il ferro è uno dei minerali fondamentali per lo sviluppo dei bambini, soprattutto nel periodo della prima infanzia, che vede una crescita accelerata e costante. Attraverso l’alimentazione quotidiana, è necessario quindi rispondere in maniera adeguata a questo crescente fabbisogno, per garantire ai nostri bambini un corretto sviluppo psico-motorio, sia a livello muscolare che articolare che cognitivo, ma anche degli organi interni, e proteggerli, grazie anche all’associazione con lo zinco, dalle infezioni batteriche, tanto frequenti alla loro età.

L’importanza del ferro

In genere un organismo maschile sano contiene circa 6 grammi di ferro e uno femminile 2 grammi, di cui circa il 70% è contenuto nei globuli rossi, dove aiuta a produrre e si lega all’emoglobina, la proteina responsabile del trasporto dell’ossigeno nel sangue per veicolarlo a tutti gli organi e tessuti, mentre il 10%, sempre all’interno dell’apparato circolatorio, contribuisce alla produzione della mioglobina, legandosi ad essa, proteina fondamentale per il fissaggio dell’ossigeno nei muscoli.

Il 20% rimanente va a costituire un’importante scorta di ferro, immagazzinata in vari organi e tessuti come il midollo osseo, i muscoli dello scheletro ma anche il fegato e la milza, alla quale il nostro organismo può fare ricorso in caso di necessità: per esempio una situazione estrema, in cui il nostro fabbisogno di ferro può aumentare drasticamente e improvvisamente, è quando si verifica un’emorragia, per cui il nostro corpo deve provvedere velocemente a produrre nuovi globuli rossi e ad assicurare l’ossigenazione degli organi vitali.

Dato che buone dosi di ferro vengono disperse dal nostro organismo attraverso i processi di evacuazione giornalieri, la sudorazione e la desquamazione epiteliale e cellulare, è necessario reintegrarlo attraverso il cibo, per garantire la presenza delle quantità giornaliere consigliate e necessarie per un corretto stile di vita.

Troppo o troppo poco

Il nostro corpo funziona come un perfetto orologio, in cui ogni meccanismo deve lavorare nel modo corretto per permettere il regolare funzionamento di tutto il marchingegno; per questo motivo, ogni sostanza che collabora al nostro ordine interno, deve essere presente nelle quantità necessarie affinché possa assolvere a tutte le sue funzioni.

Anche per quanto riguarda il ferro, le sue dosi all’interno del nostro corpo devono essere sempre commisurate al nostro fabbisogno giornaliero e, nel caso dei bambini in fase di crescita, tale necessità sarà piuttosto elevata, con il rischio che si verifichino situazioni di eccesso o carenza di ferro.

Per quanto riguarda l’eccessivo assorbimento del ferro da parte del nostro corpo, si tratta di una situazione non frequentissima ma da tenere sotto controllo, in quanto in genere spia della presenza di disturbi e malfunzionamenti all’interno del nostro organismo, che in futuro potrebbero portare all’insorgere di patologie, anche gravi.

Un eccessivo accumulo di ferro in alcuni organi, come il fegato, può essere una delle cause della cirrosi epatica, o portare a un’insufficienza cardiaca, o all’insorgere del diabete mellito e di alcune neoplasie e talassemie.

La situazione più problematica e comune riguarda invece la carenza di ferro, spesso riscontrata, non solo negli adulti, ma anche nei bambini: recenti studi statistici dell’European Childhood Obesity Group (ECOG), hanno stabilito che circa l’80% dei bambini non raggiunge il fabbisogno giornaliero di ferro, con frequenti casi di anemia.

In età infantile le cause di tale insufficienza possono essere diverse, anche se in genere dipendono da una scorretta alimentazione, povera o priva di carne e pesce, o, al contrario, ricca di cereali, soprattutto integrali, che ostacolano l’assorbimento del ferro.

Anche se in età adulta in campo alimentare è possibile fare delle scelte precise, eliminando il consumo di determinati alimenti, come vogliono per esempio certi tipi di dieta, come per esempio quella vegetariana, vegana o macrobiotica, in età infantile tali scelte e eliminazioni possono rappresentare gravi fattori di rischio, in grado di causare deficit dello sviluppo e di esporre l’organismo a problemi e malfunzionamenti che, se non nell’immediato, con la crescita e il raggiungimento della pubertà e dell’età adulta potrebbero causare non pochi disturbi.

È bene che i genitori, prima di proporre le proprie scelte alimentari ai figli, si consultino con il proprio pediatra di fiducia e un nutrizionista esperto per valutare la fattibilità di questi regimi alimentari specifici, e per concordare un menù apposito con le necessarie integrazioni e sostituzioni.

Oltre che a delle cattive abitudini alimentari, o in generale a un’alimentazione scarsa che non riesce a sopperire alle quantità di ferro di cui i bambini avrebbero necessità, un deficit di ferro nel sangue può essere causato anche dalla presenza di particolari patologie, come per esempio l’insufficienza renale o il proliferare di alcuni tipi di tumori: quando si trova sotto attacco batterico, per evitare di nutrire i batteri e alimentare la malattia stessa, il nostro corpo tende, infatti, a sottrarre ferro dal sangue e dai tessuti, rendendolo quindi meno disponibile e causando tale deficit.

Prevenire piuttosto che curare

Soprattutto in età infantile, l’anemia e la carenza di ferro sono fattori da non trascurare, perché, oltre a contribuire all’ossigenazione dei tessuti e al corretto funzionamento del sistema immunitario, il ferro è fondamentale per lo sviluppo cognitivo del bambino, elemento cruciale nella fase del primo sviluppo delle sue facoltà motorie e mentali.

Diversi studi clinici hanno, infatti, appurato che i bambini con scarse scorte di ferro, dimostrano problemi dal punto di vista cognitivo e metabolico e maggiori difficoltà nell’apprendimento scolastico, nonché sono più soggetti alle malattie, in quanto riescono a contrastare con maggiore difficoltà il proliferare dei batteri e dei virus all’interno del loro corpo.

Per questo, la soluzione migliore per garantire la salute dei vostri figli e prevenire tali disturbi, ancora prima che si manifestino, è la prevenzione, che in questo caso consiste nell’assicurargli la giusta dose di ferro attraverso una corretta e sana alimentazione.

Ma come capire se vostro figlio è anemico o soffre di una carenza di ferro nel sangue? Fortunatamente per le mamme, la carenza di ferro e l’anemia, non solo negli adulti ma soprattutto negli infanti, si manifestano attraverso sintomi specifici e riconoscibili.

Per questo, prima di recarvi in farmacia a comprare degli integratori a caso, è bene verificare il manifestarsi di tali disturbi, quindi recarsi dal medico o dal pediatra di fiducia per far fare a vostro figlio le analisi del sangue e un check up completo e, in base ai risultati, valutare con lui la strategia migliore da seguire, per sopperire rapidamente a tale mancanza.

I sintomi più comuni collegati alla carenza di ferro si manifestano attraverso stati diffusi di stanchezza e spossatezza, con una tendenza crescente e costante all’affaticamento, anche nello svolgimento di attività elementari, come correre, studiare e giocare. Altri sintomi e campanelli d’allarme sono frequenti mal di testa e nevralgie, la maggiore suscettibilità alle infezioni batteriche, nonché le palpitazioni e gli svenimenti occasionali.

Se quindi vostro figlio torna sempre stanco e affaticato da scuola, fa fatica a concentrarsi, soffre di frequenti mal di testa e si ammala spesso e a lungo, conviene farlo visitare dal dottore per verificare che non sia anemico.

Anche dal punto di vista fisico, ci sono alcuni indicatori che potete notare sulla pelle e sul viso del vostro bambino, che possono essere dovuti a una carenza di ferro nel suo corpo, rispetto al suo normale fabbisogno: possono manifestarsi piccole fessurazioni agli angoli della bocca o nelle unghie, può avvertire bruciori e fastidi alla lingua e i suoi capelli potrebbero presentarsi secchi e fragili e tendenti a spezzarsi.

Il ferro all’interno dei cibi

Terminata la fase in cui era il latte materno l’unica fonte alimentare, completa e perfetta, per il vostro bambino, nel periodo che va dai 3 agli 11 anni è importante che voi genitori vi preoccupiate dell’alimentazione dei vostri figli, che deve essere studiata in modo tale da assicurargli tutti gli elementi essenziali di cui il loro organismo ha bisogno per crescere in perfetta salute.

Per quanto riguarda il ferro, non solo è fondamentale che nell’età dello sviluppo vengano consumati alimenti ricchi di ferro, ma anche che ad essi vengano associati alimenti ricchi delle sostanze che facilitano la sua assimilazione e il suo assorbimento dal parte dell‘intestino.

Il ferro si trova in molti alimenti facilmente reperibili, che rientrano normalmente in una dieta sana e equilibrata: in primis la carne, soprattutto le carni rosse, il fegato e le interiora in generale, ma anche il pesce, le uova e la frutta secca, come i semi di zucca e le noci. Buone quantità di ferro alimentare sono contenute anche in alcune varietà di legumi, come i fagioli, i ceci e le lenticchie.

Oltre a presentare concentrazioni considerevoli di ferro, tutti questi alimenti risultano preziosi per l’alimentazione infantile e umana in generale, perché possono vantare anche una capacità massima di assorbimento di questa sostanza da parte del nostro corpo.

Questo minerale essenziale infatti, è disponibile sia negli alimenti di origine animale che in quelli di origine vegetale, ma mentre per i primi la sua assimilazione è alta, per cui una buona parte del ferro che contengono, detto ferro-eme, viene assorbito dal nostro corpo e si lega ai globuli rossi per formare composti e proteine benefiche, per i secondi, che invece contengono ferro non-eme o ferro inorganico, il livello di biodisponibilità e quindi la sua assimilazione, è piuttosto basso.

È stato appurato che negli alimenti di origine vegetale, come le verdure, soprattutto quelle a foglia verde come indivia, radicchio e spinaci, ma anche in alcuni tipi di legumi e nei cereali, specialmente quelli integrali, il ferro sia poco biodisponibile, per cui il nostro organismo riesce ad assorbire una minima percentuale di quello che contiene, mentre il resto, associandosi ad altri elementi e andando a formare dei composti di coordinazione, viene sprecato.

Per quanto riguarda il latte, e quindi i suoi derivati come i formaggi e lo yogurt, fondamentali per garantire il giusto apporto di calcio, fosforo e sali minerali necessari per lo sviluppo scheletrico e muscolare dei bambini, la questione è un po’ più complessa.

I nutrizionisti non sostengono, infatti, che il latte e il formaggio debbano essere banditi dalla dieta degli infanti, anche perché contengono le sostanze fondamentali che stanno alla base della crescita, ma avvertono che, per la prima infanzia, quindi nei primi anni dopo la nascita, qualora venisse a mancare il latte materno, sarebbe meglio integrarlo con altri tipi di latte formulato, arricchito di ferro e specificatamente pensato per la crescita, e di introdurre più tardi il latte vaccino.

Questo infatti, a causa del suo basso contenuto di lattoferrina e vitamina C, sostanze fondamentali presenti invece nel latte materno, presenta una bassa biodisponibilità di questo minerale, non favorendo il suo assorbimento da parte del corpo dell’infante. Sarebbe meglio quindi integrarlo ad alimenti dove il ferro presenta un’alta biodisponibilità e ritardare la sua introduzione a una fase più avanzata della crescita infantile, quando già sono sviluppate le capacità cognitive e psicomotorie di base.

Come facilitare l’assimilazione del ferro

Per evitare lo spreco e la dispersione del ferro alimentare, che può causare il mancato raggiungimento dei livelli ottimali di ferro richiesto dall’organismo in crescita dei bambini, nel preparare i pasti giornalieri dei vostri figli, potete integrare tali alimenti dove il ferro è scarsamente biodisponibile con quelli che ne sono più ricchi, o anche con sostanze che ne favoriscono l’assimilazione.

Tra queste, la principale paladina dell’assorbimento del ferro è la vitamina C, che facilita la sua assimilazione anche dalle fonti alimentari più refrattarie, seguita dal fruttosio e dall’acido citrico.

Allo stesso modo, ci sono alcuni alimenti che ostacolano o inibiscono l’assorbimento del ferro da parte del nostro organismo, per cui sarebbe meglio limitare il loro consumo da parte dei vostri figli, o proporglieli associati ad altri alimenti che ne sono più ricchi o ne favoriscono la biodisponibilità.

Tra gli antagonisti del ferro e del suo assorbimento, ci sono gli alimenti ricchi di acido tannico, come per esempio il , il cui consumo è da evitare in età infantile e da moderare anche nella fase adolescenziale e nella pubertà, e poi quegli alimenti ricchi di acido ossalico, come i cereali integrali e alcuni vegetali, tipo gli spinaci e le bietole, che, oltre ad ostacolare l’assorbimento del calcio, non facilitano quello del ferro, ed infine gli alimenti ricchi di fitati, in primis la soia, l’avena e la crusca.

Anche i cibi preconfezionati e ricchi di conservanti non aiutano il nostro organismo ad assimilare e sfruttare il ferro alimentare, nonché diversi farmaci, come gli antinfiammatori e alcuni antibiotici: per questo motivo, quando i vostri piccini si ammalano, dovete a maggior ragione curare la loro alimentazione, per far sì che si rimettano in forze e che le loro difese immunitarie possano rialzarsi e contrastare la malattia.

Questo non significa che gli spinaci o ogni tipo di verdura a foglia verde debbano essere scartati dalla dieta di vostro figlio, per evitargli carenze di ferro o degli elementi necessari per il suo metabolismo: al contrario, potete fargliele mangiare ad ogni pasto, proponendogli degli abbinamenti studiati, per fare in modo che il ferro che esse contengono non venga sprecato, ma vada ad arricchire le sue scorte alimentari.

Una dieta su misura

Quando si tratta di corretta nutrizione, non solo dei vostri bambini ma di tutta la famiglia, la regola è variare i cibi, per tipo e colore, senza prediligere o eliminare un certo tipo di alimento, per evitare scompensi nei valori nutrizionali assorbiti, o la mancanza di sostanze nutrienti necessarie per la salute e il benessere di tutti.

Dato che i vostri figli in crescita necessitano di vitamine ma anche di carboidrati, di proteine, di grassi ma anche di sali minerali, di alimenti sani e semplici ma anche ricchi dal punto di vista energetico e nutrizionale, dovete dedicare il giusto tempo alla cucina, senza ripiegare sui cibi confezionati e surgelati, talvolta arricchiti con sostanze poco salutari e impoveriti di quelle fondamentali.

Una buona soluzione per tutte le mamme e i papà, che devono organizzarsi tra gli impegni di lavoro e familiari, può essere quella di stilare un menù della settimana, con un occhio di riguardo alle esigenze dei propri figli, ma cercando di realizzare dei pranzi e delle cene calibrati, i cui benefici nutrizionali possano essere condivisi da tutti i familiari.

Per gestire al meglio il problema dell’assimilazione del ferro, potete per esempio preparargli una bella porzione di spinaci o bietole, da servire come contorno alla carne o al pesce, e condirli con il limone, per beneficiare dell’intervento dell’acido citrico e della sua capacità di rendere il ferro che contengono biodisponibile all’assorbimento.

Lo stesso vale per l’insalata, che può essere arricchita dalla presenza di frutta, come tocchetti di mele, pezzetti di noci o spicchi d’arancia, affinché il ferro in essa contenuto non vada sprecato. Anche i cereali integrali e le relative fibre, possono essere integrati nella sua dieta, a merenda o a colazione, magari associando delle fette biscottate a una bella marmellata di agrumi o a un bel bicchiere di spremuta.

Per la gioia dei vostri bambini, ci sono anche alcuni ingredienti golosi che sono ricchi di ferro assimilabile, come il cioccolato fondente: quando decidete di preparare loro una torta o uno snack dolce, da portare a scuola o al parco per ricaricarli con una bella dose di energia, preferite quindi questo tipo di cioccolato piuttosto che quello al latte.

Quando ricorrere agli integratori

Per quanto riguarda le dosi giornaliere di ferro che dovrebbero assumere i bambini, i medici raccomandano di valutarle assieme a loro in base al loro peso e al loro stato di salute, ma in generale, per gli adolescenti si raccomanda l’assunzione media di 12 mg di ferro al giorno, mentre per gli adulti di 10 mg/die.

Distinzioni particolari vengono fatte per le donne, a causa del fabbisogno variabile che necessitano nel corso delle diverse fasi della loro vita: mentre per le femmine adolescenti senza mestruazioni vanno bene 12 mg al giorno, per le donne in età fertile si consigliano dosi dai 15 ai 18 mg/die, per le gestanti ben 30 mg al giorno, mentre per le donne over 50 e in menopausa 10 mg come per gli uomini.

Stando a quanto descritto nei paragrafi precedenti, non vi sorprenderà sapere che, di queste dosi giornaliere raccomandate, la percentuale che viene poi assorbita effettivamente dall’organismo è circa il 10%, che potrebbe sembrare un valore irrisorio, ma in verità è sufficiente a reintegrare le scorte di ferro eliminate con le perdite quotidiane, attraverso urine, feci e sudore.

Qualora i vostri figli avessero dei problemi legati ad un aumentato fabbisogno di ferro o ad una sua ridotta assunzione, magari a causa di patologie già manifeste in età infantile, e qualora non sia possibile intervenire sulla dieta per fare dei correttivi ad hoc studiati con i medici competenti, è possibile anche ricorrere a degli integratori.

Anche in questo caso è importante ricevere il parere esperto di pediatri e nutrizionisti, per quanto riguarda i prodotti da acquistare e i dosaggi necessari per sopperire al deficit riscontrato, e recarsi in farmacie specializzate, evitando di affidarsi all’acquisto di prodotti non certificati via web.

Per semplificare l’assunzione da parte del vostro bambino e rendergli la cosa più piacevole, senza fargli pesare il fatto di dover assumere un farmaco e per facilitarlo nel caso dovesse farlo fuori casa, per esempio a scuola durante la ricreazione, o al campo dopo l’allenamento, ricordatevi, quando possibile, di preferire integratori che siano facili da somministrare, magari sorseggiabili o facilmente ingeribili.

Piuttosto di grosse pasticche, iniezioni o simili, per non influenzare la qualità della vita e del tempo libero dei vostri bambini, saranno preferibili i piccoli flaconcini o gli sciroppi monodose disponibili in commercio, facilmente assumibili anche fuori casa, magari diluiti nel succo di frutta o nello yogurt, per mitigarne il sapore.

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