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Figli unici: tutto quello che c'è da sapere per crescerli bene

La media italiana del numero di figli per ogni madre è di 1,24, quindi estremamente vicina a 1. Da questo dato, possiamo dedurre come la maggior parte delle persone, in particolar modo quelle nate negli ultimi decenni, siano figli unici, senza fratelli né sorelle. Ma perché la media di figli nel nostro Paese sembra essere così bassa?

Figli unici

I fattori da tenere in considerazione sono molti, primo tra tutti la disponibilità delle risorse economiche. Molte famiglie, infatti, non sono, o non si sentono, in grado di sostenere le spese necessarie al sostentamento di uno o più figli a carico, ma non solo. Spesso, la volontà di non avere figli, o di fare un solo figlio, è legata alle aspettative dell'individuo: saprò o non saprò essere un buon genitore?

Le responsabilità di avere un figlio possono essere molte, e averne uno solo porta a pensare di poter fornire un'eduzione migliore, più attenzioni e più comfort. Inoltre, scongiura il rischio che nascano delle preferenze, e quindi di dare attenzioni maggiori verso un figlio piuttosto che un altro.

Ma i vantaggi dei figli unici sono davvero così tanti? Quali effetti ha effettivamente la mancanza di fratelli e sorelle, sulla psicologia del bambino? Quali, invece, sono solo degli stereotipi? Vediamolo insieme.

Figli unici: esiste davvero la sindrome del figlio unico?

Durante il ventesimo secolo, una branca della psicologia ha coniato quella che è stata definita come "sindrome del figlio unico". Secondo la teoria che sosteneva l'esistenza di questa sindrome psicologica, i figli unici sono caratterizzati da una serie di aspetti negativi della personalità, da attribuire principalmente all'assenza di fratelli e sorelle durante la loro crescita, tra cui:

  • Minore capacità di stringere, e di vivere, rapporti umani e interazioni sociali: il bambino cresciuto da solo ha un'infanzia triste, caratterizzata da una continua difficoltà a relazionarsi con i propri coetanei;
  • Maggiore attaccamento alla famiglia e maggior bisogno di attenzioni: il figlio unico necessita di essere sempre al centro dell'attenzione e soffre maggiormente la solitudine;
  • Lo sviluppo di un carattere egocentrico, viziato ed egoista: il bimbo viziato aspetta di ricevere regali da mamma e papà continuamente, e crede costantemente di sentirsi speciale.

La teoria di questa sindrome sostiene che i figli unici sono psicologicamente svantaggiati rispetto a coloro che hanno avuto modo di passare la loro infanzia con fratelli e sorelle, ma è davvero così?

Con il passare del tempo, la ricerca psicologica ha mostrato come questa teoria sia basata principalmente su stereotipi. I figli unici, infatti, non presentano tutti gli svantaggi illustrati in precedenza, ma seguono un percorso di crescita diverso, che li porta a forgiare il proprio carattere e la loro personalità in modo alternativo.

Innanzitutto, la vita sociale dei figli unici può rivelarsi estremamente attiva e costellata di amici e coetanei, anche essendo cresciuti senza fratelli. Inoltre, non è corretto stabilire a prescindere che i figli cresciuti da soli diventeranno egoisti e viziati. Può capitare di conoscere dei figli unici viziati, ma è importante notare che questo aspetto non può essere attribuito unicamente all'assenza o alla presenza di fratelli e sorelle.

Risulta più corretto dire che i percorsi di crescita di un figlio unico siano diversi da quelli di un bambino cresciuto in una famiglia numerosa, con molti parenti, fratelli e sorelle. Analizziamo i pro e i contro.

Figli unici: quali sono i pro e i contro di non avere fratelli?

Come accennato, i percorsi educativi di un figlio unico, rispetto a chi ha la possibilità di crescere in compagnia di fratelli e sorelle coetanei, possono essere molto diversi. A differenza delle convinzioni passate, però, vediamo come la ricerca abbia dimostrato che entrambi i percorsi di vita presentino pro e contro.

Innanzitutto, sappiamo che i figli unici non avranno necessariamente difficoltà a stringere una relazione con i coetanei. Tuttavia, l'assenza di fratelli li porterà a sviluppare una propensione per le attività e gli sport individuali, piuttosto che in squadra. Al contrario di quello che si pensava, questo aspetto porterà il figlio unico a sentire un bisogno minore della compagnia, e quindi a soffrire meno la solitudine.

Crescere da soli, inoltre, pone nella condizione di avere molto tempo libero, e quindi di stimolare maggiormente la fantasia, nell'invenzione di giochi e attività. Il figlio unico sarà più propenso a giocare con un adulto, e quindi a stringere un legame più forte con i propri genitori. Il rapporto genitori - figli, infatti, tende a essere più stretto nei figli cresciuti da soli.

D'altro canto, è importante considerare anche i vantaggi di vivere in compagnia di fratelli e sorelle. La vita in famiglia con dei coetanei, infatti, porta a sviluppare una maggiore propensione alla condivisione: quante volte ci siamo ritrovati a condividere i giochi con fratelli e sorelle? Ed è proprio il desidero di condividere che contribuirà a diventare adulti più gentili ed empatici.

Non essere da soli implica anche di non subire in maniera preponderante le aspettative dei propri genitori, che bilanceranno le attenzioni tra più figli. Questo aspetto contribuirà a far crescere i piccoli con una personalità più sicura, indipendente e autonoma, meno propensa alla vita in famiglia, e quindi all'attaccamento genitoriale.

Figli unici: come contrastare il senso di solitudine

Come anticipato, nonostante gran parte delle credenze sui figli unici siano stereotipi, è innegabile che questi abbiano un rischio maggiore di incorrere in una sensazione di solitudine, rispetto a tutti gli altri bambini che hanno un fratello o una sorella.

Andare a scuola e vedere i compagni giocare e passare il tempo con i propri fratelli, potrebbe portare i bambini figli unici a provare sentimenti di tristezza e sconforto per la mancanza di qualcosa. Tuttavia, questa sensazione è temporanea, e comincerà a scomparire quando i bambini inizieranno a trasformarsi in adolescenti: diventando adulti, infatti, i rapporti di amicizia si consolidano e diventano più forti, e la percezione della mancanza di un fratello o di una sorella inizia ad affievolirsi.

Essere mamma e papà può essere molto complesso, e comporta anche il dover affrontare situazioni come queste, dove un bambino sente la mancanza di un fratello o di una sorella. In questi casi, è necessario un confronto educativo tra i genitori e il proprio figlio, o la propria figlia, per fargli capire come questo non sia solo, e che il suo nucleo familiare sarà sempre lì per lui, pronto ad aiutarlo nei momenti di difficoltà. In questi casi, infatti, è importante per il bambino consolidare il rapporto con i parenti, per aumentare i momenti d'amore e di affetto verso la propria famiglia.

Le dinamiche genitoriali sono essenziali: mamma e papà dovranno sforzarsi di passare più tempo a casa insieme al proprio bambino, tra giochi, passatempi e divertimenti, per cercare di non farlo sentire solo e abbandonato. Inoltre, dovranno favorirne la vita sociale, coltivando i rapporti con gli amichetti e con i loro genitori. Le amicizie, infatti, sono un vero e proprio bisogno educativo per i bambini, che potranno imparare a relazionarsi e a interagire con altre persone, oltre che sentirsi meno soli.

Se il bambino dovesse mostrare un disagio costante e duraturo, potrebbe essere necessario l'aiuto di un professionista: il vostro pediatra di fiducia saprà sicuramente indicarvi uno specialista psicoterapeuta, che saprà ascoltare attentamente i bisogni di vostro figlio.

Figli unici: come evitare di crescerli viziati ed egoisti

È importante precisare che, se da un lato la mancanza di attenzioni e di compagnia potrebbe portare un figlio unico a sentirsi solo, un eccesso di questi comportamenti potrebbe favorire lo sviluppo di un'indole viziata e capricciosa. L'equilibrio, infatti, è molto importante: troppe attenzioni porteranno il bambino a desiderare sempre più considerazione da parte della famiglia, in maniera sempre più costante.

A questo proposito, quando il proprio figlio unico inizia a fare i capricci, è molto importante mantenere la calma ed evitare di creare un conflitto deleterio. Il confronto, infatti, dovrà essere costruttivo ed educativo, per insegnare al bambino come dovrebbe comportarsi, facendogli capire i suoi errori.

È molto importante, da parte dei genitori, non avere aspettative sul carattere del bambino: questo, infatti, maturerà con il tempo, e imparerà a controllare i propri sentimenti e le proprie reazioni. Troppe aspettative potrebbero fargli provare pressione e stress emotivo, portandolo a ricercare attenzioni e considerazione come rimedio al suo disagio. Anche la situazione di coppia può giocare un ruolo fondamentale in questo senso: un rapporto sano e amorevole porterà il bambino a sentirsi maggiormente a suo agio nell'ambiente familiare, incoraggiandolo a fare meno capricci.

Per il futuro del bambino, infatti, è importante seguire e assecondare il naturale sviluppo della persona. A questo proposito, la scuola e gli insegnanti saranno di grande aiuto: la figura del pedagogista saprà educare gli alunni a un comportamento rispettoso verso gli altri, e a mettere da parte l'egoismo per fare spazio alla gentilezza e all'altruismo.