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Educazione infantile

Metodo Steiner: cos'è, principi e obiettivi per i bambini

La psicologia e la pedagogia hanno indagato molto su quale potesse essere il miglior metodo di educazione per accompagnare i bambini fino all’età adulta.

L’evoluzione dei bambini è molto complessa, composta da numerose fasi, e in alcuni casi impone un approccio soggettivo e diversificato. Tuttavia, con il passare dei decenni, si sono andati definendo alcuni metodi educativi ben precisi, che sono stati adottati da decine di scuole in tutto il mondo.

In questo articolo parleremo del metodo Steiner: vediamo insieme di cosa si tratta, su quali principi si fonda e quali sono le principali differenze con i metodi che siamo abituati a conoscere.

Metodo Steiner: cos’è?

Il metodo Steiner è un metodo educativo ideato da Rudolf Steiner: filosofo austriaco e fondatore dell’antroposofia. L’antroposofia è una dottrina che si inserisce nel campo della teosofia: un insieme di discipline che tende a unire l’esoterismo alla filosofia più classica.

Dalle sue ricerche e dalla sua dottrina, Steiner ha dato vita (nel 1919) al metodo Steiner: un metodo educativo che si pone come alternativa al metodo educativo più classico e da cui, oggi, sono derivate le scuole steineriane. All’interno della pedagogia, è possibile riferirsi al pensiero Steineriano dell’educazione come pedagogia Waldorf, il cui nome è da attribuire alla prima scuola in cui è stato deciso di sperimentare e utilizzare il metodo basato sul pensiero Steineriano.

Secondo il metodo Steiner, il processo di educazione è diviso in tre cicli da sette anni ciascuno:

  1. il primo ciclo, da 0 a 7 anni, dove il bambino sviluppa le capacità motorie di base, il linguaggio e la possibilità di esprimersi;
  2. il secondo ciclo, da 7 a 14 anni, dove il bambino impara a familiarizzare con emozioni e sentimenti, raggiungendo un’armonia emotiva;
  3. il terzo ciclo, dai 14 ai 21 anni, dove il bambino affina la sua conoscenza logica, la sua capacità di giudizio, diventando adulto e autonomo nelle proprie decisioni.

Il percorso educativo progettato da Steiner, quindi, si estende per un periodo fino al raggiungimento dei 21 anni, oltre quella che viene normalmente considerata la maggiore età, e definisce tre distinte tappe evolutive del bambino.

Ad oggi, le scuole che hanno deciso di approcciare il metodo Steiner come proprio modello didattico sono poche centinaia; in Italia solo qualche decina. La scuola pubblica, infatti, si basa principalmente su un metodo di educazione più tradizionale.

Andiamo comunque ad analizzare i principi fondamentali su cui si fonda la pedagogia Waldorf e quali obiettivi educativi punta a raggiugere.

Metodo Steiner: quali sono i principi fondamentali?

Il metodo Steiner si basa su alcuni principi fondamentali, che è importante conoscere per comprendere a pieno gli obiettivi didattici e pedagogici che si pone.

Alla base del pensiero Steineriano, innanzitutto, si pone il concetto dell’antropologia evolutiva: l’individuo, o come in questo caso, il bambino, necessita di trovare autonomamente la sua strada all’intero della società, senza subire nessun tipo di imposizione o influenza forzata da parte di insegnanti, famiglia e genitori.

Per sviluppare nel bambino l’abilità di costruire un proprio ruolo nella società in maniera naturale, e quindi a crescere autonomamente, Steiner credeva che fosse necessario porre enfasi nello stimolare la creatività e nell’insegnamento delle materie artistiche e artigianali. Arte e cultura, quindi, sono un pilastro importantissimo su cui si basa tutta la pedagogia Waldorf.

Oltre all’importanza dello sviluppo della fantasia nel bambino, il metodo Steiner prevede che i più piccoli imparino fin da subito a rispettare e dialogare con il mondo esterno. A questo proposito, si rivela fondamentale il contatto con la natura, tramite attività di giardinaggio e di falegnameria. Uno dei principi del pensiero Steineriano, infatti, era la biodinamica: una nuova visione dell’agricoltura, più in equilibrio con l’ecosistema del nostro pianeta.

Fin da piccoli, i bambini educati con la metodologia Steiner vengono accolti in quello che viene definito il giardino d’infanzia: un ambiente che deve disporre di un’atmosfera familiare, in armonia con la natura, e dove il bimbo possa esprimere la sua creatività attraverso l’utilizzo di materiali naturali e semplici. Questo deve poter vivere in un ambiente che gli permetta di giocare in giardino, all’aria aperta, stimoli le abilità motorie e favorisca l’amore per le attività manuali. Viene quindi considerata anche l’importanza del movimento e un approccio manuale alla vita.

Metodo Steiner: quali sono gli obiettivi?

Come anticipato, uno dei principali obiettivi della metodologia educativa Steiner è quella di formare un individuo capace di rispettare il mondo che lo circonda, dando particolare importanza alla natura e alla biodinamica. Il dialogo con la natura e l’ambiente viene portato avanti fin dalla tenera età, facendo sì che i bambini sviluppino una percezione sensoriale avanzata, che conserveranno per il resto della vita.

Un altro dei principi su cui si fonda il metodo Steiner è l’importanza dell’arte nello sviluppo della creatività dei bambini. Per raggiungere questo obiettivo, le scuole steineriane coinvolgono i più piccoli nel gioco, considerato un mezzo fondamentale per la crescita e lo sviluppo naturale del bambino. Inoltre, vengono incentivate le recite e le lezioni di teatro, per permette ai più piccoli di esprimersi e migliorare le loro capacità comunicative.

Nella metodologia Steiner non mancano laboratori di pittura, lezioni di canto e di danza, che permettono ai più piccoli di esprimere i talenti di cui dispongono. Inoltre, particolare importanza viene data alle fiabe: queste vengono considerate un mezzo di crescita e di apprendimento fondamentale, capace di migliorare le potenzialità dei più piccoli e di trasmettere concetti complessi in maniera molto semplice.

Una volta consolidate le caratteristiche spirituali e sensoriali del bambino, il metodo Steiner si concentra sullo sviluppo delle capacità cognitive e sul fornire al bimbo i mezzi necessari per incrementare la propria capacità di giudizio e prendere le decisioni autonomamente.

Durante il terzo ciclo, a fianco di materie più classiche come geografia, fisica, italiano e matematica, si associano più lingue straniere, insieme allo studio di discipline manuali e legate all’artigianato, come l’agricoltura o il cucito. Per stimolare la volontà di apprendimento, inoltre, il metodo Steiner non si avvale soltanto dell’utilizzo di libri di testo, ma anche di giochi e attività interattive. L’obiettivo è quello di rendere la conoscenza uno strumento libero e sfruttabile dai ragazzi autonomamente, nella sua totalità.

Metodo Steiner e Metodo Montessori: differenze e punti comuni

Viene naturale mettere a confronto il metodo Steiner con un altro metodo molto conosciuto e più diffuso: il metodo Montessori, ideato e sviluppato dalla pedagogista Maria Montessori. Questi due metodi condividono alcuni punti, ma allo stesso tempo si fondano e si basano su principi molto diversi.

Il metodo Montessori ha un approccio più scientifico, rispetto a quello Steineriano, e prevede che il bambino sviluppi fin da subito una visione del mondo reale e del funzionamento dei fenomeni circostanti. Ad esempio, nella scuola Montessoriana viene insegnato a leggere e scrivere fin dalla scuola dell’infanzia (pregrafismo), al contrario della scuola Steineriana, dove il primo ciclo di evoluzione del bambino è dedicato interamente al gioco e allo sviluppo della fantasia. Steiner, quindi, lascia all’immaginazione dei più piccoli il compito di formare e plasmare la mente nei primi anni di vita, a partire dall’asilo.

Un’altra differenza tra il metodo Steineriano e quello Montessoriano si trova nelle dinamiche di gruppo: mentre Steiner riteneva importante che i bambini convivessero e interagissero soltanto con i loro coetanei, Montessori credeva che le classi miste favorissero maggiormente le esperienze di gruppo, facendo sì che i bambini potessero apprendere l’uno dall’altro.

Imparare la scienza, nella scuola Montessori, è considerato prioritario, grazie anche all’utilizzo della tecnologia. Oggi, questo è realizzabile grazie al contributo dell’informatica e degli ultimi progressi tecnologici. Al contrario, il metodo Steiner favorisce il contatto con la natura e l’ambiente circostante, senza prevedere un approccio con la tecnologia.

Tuttavia, ci sono anche dei punti in comune tra i due metodi: ad esempio, né la scuola Montessori, né quella Steineriana, prevedono voti o giudizi sull’apprendimento dei bambini. Questi vengono lasciati liberi di apprendere a velocità variabili, senza essere giudicati per i loro progressi o insuccessi. Anche le bocciature non sono previste, che anzi vengono considerate dannose per il processo educativo e l’evoluzione del bambino.

Metodo Steiner: pro e contro dell’approccio

Nel corso del tempo, sono state mosse numerose critiche e lodi al metodo Steineriano, che presenta pro e contro.

Tra i vantaggi del metodo steineriano troviamo sicuramente una forte enfasi spirituale, emotiva e sentimentale della mente umana. Il metodo steineriano è capace di mettere in comunicazione i bambini con la natura, con l’ambiente che li circonda e soprattutto con il proprio io, favorendo attività semplici, manuali, in armonia e rispetto con il mondo e con gli animali.

La grande importanza data alle materie artistiche, tra cui pittura, danza, recitazione e canto, favorisce un forte sviluppo della fantasia e del lato creativo nei bambini. Lezioni a ritmo di musica, creare un disegno per esprimere un concetto, mettere in scena un piccolo spettacolo teatrale: sono tutti modi per insegnare ai bambini il gusto dell’arte, divertendosi.

D’altro canto, il metodo Steineriano, come già accennato, non prevede l’utilizzo della tecnologia o lo prevede in maniera estremamente marginale. Di conseguenza, le scuole Steineriane potrebbero trovare difficoltà a rimanere al passo con i tempi.

Al contempo, i bambini che frequentano una scuola Steineriana non imparano a leggere e scrivere prima del secondo ciclo, superata la scuola materna e arrivati ormai ai 7 anni. Questo crea una forte differenza rispetto alla scuola tradizionale o montessoriana, dove i bambini sviluppano questo tipo di capacità fin dalla tenera età.

Le esigenze pedagogiche del metodo tradizionale e del metodo Steineriano, infatti, sono diverse: mentre il primo si concentra su un approccio prettamente scientifico, e predilige l’apprendimento di insegnamenti per il futuro, il secondo favorisce lo sviluppo della psicologia e dell’emotività del bambino, grazie all’utilizzo dell’arte, della natura e della spiritualità.

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