Storia del carnevale per bambini:
come spiegarla ai più piccoli

Il carnevale è la festa più colorata e divertente dell'anno, ed è molto amata dai bambini che hanno così occasione di travestirsi dai loro personaggi preferiti e giocare con i propri coetanei. Anche agli adulti piace molto questa festa goliardica, che ha radici molto antiche e che nasce proprio per creare un momento dell'anno in cui tutti possono sentirsi alla pari, al di là delle differenze sociali. Un momento in cui lasciarsi andare alla risata e stare in compagnia. Ecco quindi qualche curiosità sulle origini del Carnevale e sulle maschere più famose.
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La storia del Carnevale spiegata ai bambini: le origini
Il Carnevale è una festa molto amata dai più piccoli, che in questa occasione possono sbizzarrire la loro fantasia con costumi, travestimenti e giochi. Anche tra gli adulti ci sono molti appassionati di questo evento, che permette di lasciarsi andare un po' allo scherzo e al divertimento: come dice il detto “a Carnevale, ogni scherzo vale”.
Ma come raccontare la storia del Carnevale per bambini? Per i più piccini può essere interessante sapere da dove nasce questa usanza, e la loro passione per questa festa può costituire il modo giusto per iniziare a spiegare un po' di storia prima che inizino a studiarla a scuola.
Il Carnevale infatti ha radici davvero profonde, che risalgono fino al mondo della Grecia antica. Anche se la festa del Carnevale è oggi legata a una ricorrenza religiosa cristiana, in realtà nasce come rito molto prima, ed è quindi una festa pagana dal momento che se ne trova traccia sia nel mondo greco che nel mondo latino. Le origini del Carnevale sono rintracciabili nelle feste dionisiache che erano organizzate nella Grecia antica: giornate in cui si celebrava il dio Dioniso con banchetti, maschere e spettacoli teatrali.
Nell'antica Roma questa prima forma di giornate all'insegna dello svago leggero si trasformarono nei Saturnali, ovvero giornate dedicate alla celebrazione del dio Saturno che prevedevano sempre sfrenati banchetti. La funzione primaria del Carnevale quindi, era quella di liberare tutto il popolo dagli obblighi e dai pensieri, per l'intero arco della giornata. Nacque così anche l'usanza delle maschere, che nell'antica Roma venivano utilizzate per nascondere l'identità di schiavi e prigionieri che potevano liberarsi dal loro ruolo sociale quotidiano.
Durante il Medioevo poi il Carnevale si legò nei secoli alle ricorrenze religiose della Chiesa, e il periodo del festeggiamento venne spostato da dicembre a gennaio, per collegarlo con l'arrivo della primavera e l'inizio della Quaresima, ovvero il periodo di penitenza per i cattolici che dura quaranta giorni e conduce fino al giorno di Pasqua. Nel Medioevo quindi il Carnevale veniva festeggiato in modo più simile a quello odierno, con eventi, balli e feste nelle piazze che si svolgevano nell'arco di più giorni.
La storia del Carnevale spiegata ai bambini: il significato
Si pensa che il termine "Carnevale" derivi dal latino carnem levare, ovvero togliere la carne. La spiegazione potrebbe ricollegarsi proprio al legame che questa festività ha creato con la religione cattolica, che prevede che durante tutto il periodo della quaresima i credenti non consumino carne. L'ultimo banchetto in cui i cristiani potevano quindi consumare prodotti animali era quello del giorno prima del Mercoledì delle Ceneri, che precede la prima domenica di Quaresima, il periodo di digiuno e penitenza che conduce alla Pasqua. Il giorno precedente al Mercoledì delle Ceneri, ricorrono i festeggiamenti del Martedì Grasso, che chiude la settimana chiamata appunto grassa, iniziata con il giovedì omonimo: questa settimana costituisce il periodo più sfrenato dei riti del Carnevale, con la sfilata delle maschere e dei carri, celebrazioni e feste per tutte le città.
Il Martedì Grasso quindi si chiama così perché è il giorno in cui i cittadini religiosi per tradizione dovrebbero consumare tutti i cibi più prelibati che sono avanzati in casa, tra cui carne e dolci tradizionali, dal momento che poi con l'inizio della Quaresima cominceranno il periodo di penitenza e non potranno più consumarli. Queste cerimonie religiose si legano a una cultura antica che prevedeva un periodo dedicato allo svago e al divertimento, soprattutto di quelle fasce di popolazione che subivano più vessazioni durante il resto dell'anno.
Carnevale in Italia, i più importanti: Venezia e Viareggio
In Italia il Carnevale è una festa diffusa su tutto il territorio, che trova però in alcuni luoghi in particolare la sua massima espressione: sicuramente i più famosi sono quelli di Venezia, con le sue caratteristiche maschere, e di Viareggio, con gli imponenti carri.
Senza dubbio Venezia oltre a rappresentare una città unica nel mondo e del tutto particolare per la sua caratteristica struttura percorsa dai canali, è conosciuta anche per le grandi feste di Carnevale e per le sue maschere uniche. La prima testimonianza del termine Carnevale in un documento ufficiale risale all'anno 1094, dove si parla appunto di feste popolari dedicate al divertimento e agli scherzi. Come succedeva per gli antichi Romani, è probabile che il Carnevale di Venezia in origine avesse la funzione di concedere al popolo un momento di svago, dove grazie alle maschere le differenze sociali tra nobili e umili venivano azzerate nell'atmosfera di festa generale.
Il travestimento aveva quindi la funzione di creare l'anonimato che permetteva il livellamento tra varie classi sociali, un modo per dare sfogo a chi durante l'anno viveva frustrazioni sociali maggiori: le persone mascherate infatti diventavano in quella sede tutte uguali.
Sempre a Venezia nacquero in questo modo le maschere della commedia dell'arte, come quella di Arlecchino: nei teatri privati della città venivano allestiti degli spettacoli che davano voce a rappresentazioni dei vari componenti della società resi personaggi, scritte da artisti e interpretati da attori professionisti, che divennero sempre più famosi. Fu proprio il famoso scrittore Carlo Goldoni a introdurre la definizione di commedia dell'arte, che nacque quindi in questa magica città a metà del Settecento. Il Carnevale veneziano assunse così anche un significato profondamente artistico, che si espanse fuori dal periodo del Carnevale per dare vita a una stagione del teatro molto prolifica.
Anche il Carnevale di Viareggio è molto famoso e antico, e si concentra soprattutto intorno alla sfilata di carri allegorici dalle dimensioni enormi creati con la tecnica della cartapesta. Si tratta di una manifestazione imponente, conosciuta in varie parti del mondo e che si svolge come una processione. Il sabato e la domenica nel periodo del Carnevale, i carri sfilano sulla passeggiata del lungomare, preceduti e seguiti da un corteo di partecipanti all'esibizione che si cimenta nell'esecuzione di varie coreografie, rigorosamente in costume seguendo il tema del carro. Alla fine della settimana grassa, si ha il vincitore dei carri carnevaleschi che viene celebrato la notte di Martedì Grasso con tanto di fuochi d'artificio.
La tradizione viareggina prevede anche una serie di eventi serali nelle settimane del periodo del Carnevale, chiamate rioni, che consistono in serate all'insegna dell'allegria, dello scherzo e del divertimento, e che vedono una grande partecipazione da parte dei giovani. Ogni settimana cambia la collocazione dei rioni, che girano di quartiere in quartiere, coprendo gran parte del territorio cittadino. I partecipanti per l'occasione sfoggiano gli abiti più stravaganti e cantano canzoni tipiche del Carnevale in uno spirito di rinnovata comunità.
Questi due Carnevali sono diversi tra loro, ma hanno in comune lo storico spirito di uguaglianza sociale e goliardia, per cui tutti sono soggetti agli scherzi in egual modo, e tutti partecipano attivamente all'organizzazione della festa riunendosi in piazza o in strada.
Le maschere più famose del carnevale
Come abbiamo visto a Venezia nacquero le maschere del Carnevale, che diventarono veri e propri personaggi teatrali. Questi personaggi sono caratterizzati da una maschera fisica, sempre molto simile, che li rende riconoscibili visivamente al pubblico, ma anche da una maschera psicologica, per cui sono personificazioni di alcune istanze sociali. Sono personaggi che non cambiano nel corso delle commedie, la loro costruzione è stereotipata e fissa, quindi sempre riconoscibile. Vediamo alcune delle maschere più famose:
- Pantalone: è il personaggio di un mercante anziano, un po' tirchio e con alcuni vizi nascosti. Goldoni lo riprese e ne ampliò la caratterizzazione, rendendolo un vecchio brontolone che tuttavia, in fondo, risultava anche saggio.
- Arlecchino: caratterizzato dal famoso costume formato da tante pezze colorate unite insieme, Arlecchino è un servo che cerca sempre di imbrogliare qualcuno. Spesso utilizza un linguaggio un po' scurrile e non è un personaggio molto acculturato, sebbene sia astuto nell'organizzazione dei suoi imbrogli. Altra caratteristica che lo contraddistingue è la fame incontenibile, che spesso lo porta a organizzare i suoi inganni.
- Colombina: questa maschera rappresenta la figura di una serva molto furba, che è sempre al centro delle liti tra Pantalone e Arlecchino che ne sono entrambi attratti e se la contendono senza però che lei si sbilanci mai per l'uno o per l'altro.
- Pulcinella: rappresenta un uomo pigro e opportunista, che chiacchiera molto e non si fa scrupoli a imbrogliare e mentire per saziare il suo instancabile appetito. Una curiosità su questa maschera è che il modo di dire "segreto di Pulcinella", che indica quando ormai un segreto non è più tale perché già conosciuto dai più, deriva proprio dalla caratteristica della maschera di non saper mai tacere.